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![]() BETA 2399.6 - Interviste - Pubblicità online in Italia? Solo differenze di tempo |
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Pubblicità online in Italia? Solo differenze di tempoIntervista a Federico Rampolla, presidente di IAB Italia, il capitolo italiano dell'Internet Advertising Bureau
Lo IAB Italia è l'espressione italiana dell'Internet Advertising Bureau americano,
un network di editori, aziende, operatori e concessionari della pubblicità online. Negli
Stati Uniti lo IAB raccoglie un insieme di aziende tecnologiche che vanno da Microsoft
a Netscape, alle testate più rappresentative come CNET e Salon. In Italia
vi è una preponderanza delle concessionarie rispetto al mondo
dell'editoria, e sono presenti quasi tutte le concessionarie pubblicitarie
e le media agency.
Nel 1999 il mercato mondiale dell'Online Advertising ha fatturato
oltre 3 miliardi di euro, ripartiti in 2,671 per il Nord America,
270 milioni per l'Europa, 157 per l'Asia e Pacifico, 48 per
l'America Latina. In Europa, la Germania è al
primo posto con 87 milioni di euro, seguita dall'Inghilterra
con 76, Francia con 31, Scandinavia (25) e Italia (21).
Secondo le previsioni degli analisti, nel 2000 il mercato
raddoppierà. D: Cos'è oggi IAB Italia? R: IAB Italia è un'associazione senza scopo di lucro con più di 48 associati, iscritti a vario titolo, che sono tra i principali operatori del mercato pubblicitario online. D: Quali sono gli obiettivi dello IAB in Italia e in che modo si differenziano rispetto agli obiettivi che conseguono i vostri colleghi negli altri mercati? R: IAB è il capitolo italiano dello IAB mondiale, organizzazione coordinata nei progetti e nella mission. IAB Europa coordina a livello europeo, non ci sono sostanziali differenze di obiettivi, ma obiettivo comune di ogni IAB è diffondere e far crescere il mercato pubblicitario online. D: In che modo si differenzia, allora, il mercato italiano da quello degli altri Paesi? R: Certamente il mercato italiano è un po' indietro rispetto a Inghilterra, USA o Germania; non ci sono significative differenze, nè a livello di tassi di crescita nè a livello di tipologie di strumenti utilizzati. In linea di massima negli Stati Uniti le forme di comunicazione su Internet come le e-mail o gli interstitials sono maggiormente presenti. D: Che cosa state propoonendo alle concessionarie di pubblicità per rendere il mercato della pubblicità online trasparente ed eliminare così gli ultimi dubbi che ancora rimangono in termini di certificazione? R: IAB è organizzato con comitati di lavoro, i quali lavorano su temi "ad hoc" che producono delle guidelines che verranno successivamente date agli associati. IAB insieme a PriceWaterhousCoopers ha raccolto i primi dati per dare chiarezza al mercato della pubblicità online in Italia. D: Qual è il punto di vista dello IAB in merito alla pubblicità online pagata solo nel caso di risultati comseguiti, mi riferisco al costo per clic e all'estremo il costo per registrazione? R: Questa è la forma che si diffonderà nel futuro quanto più prenderà piede l'e-commerce; lo IAB non ha una particolare presa di posizione, sono scelte che riguardano i singoli editori perchè impattano sulle loro fonti di guadagno. D: Cosa pensa del mercato pubblicitario editoriale? Sono sempre i portali con grande traffico e scarsa qualità a generare più ritorni oppure si mira al target in maniera più precisa, premiando siti editoriali rispetto a contenuti di minor spessore? R: Credo che si andrà sempre di più sulla seconda area, anche se questa è una posizione personale; credo che i portali a contenuti verticali saranno players molto importanti nel futuro dell'online advertising. Grazie.
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